La Storia
Da Hyria a Orea Oria vanta tradizioni antiche e gloriose. Secondo le indicazioni tramandate da Erodoto di Alicarnasso e da Strabone, un gruppo di cretesi di Minos sarebbero stati sbattuti da una tempesta sulle coste joniche, fondando nell’etroterra Hyrìa intorno al 1200 a.C. Diverse le teorie sull’origine del nome. Di certo, nel tempo ha subìto diversi cambiamenti: Hyrìa, Orra, Ouria, Uria, Iria, Varia, Ureto, Oira e Orea.
Il vessillo svevo La città fu successivamente municipio di Roma e dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente fu soggetta ai Greci, ai Longobardi, ai Bizantini diventando spesso teatro di assedi e saccheggi, quindi fu terra normanna. Il vessillo svevo di Enrico IV fu issato sulla città nel 1191 e vide esultanti gli Oritani, speranzosi in un futuro migliore. Federico II, succeduto al padre, la dichiarò infatti città demaniale e vi fe ce costruire I’imponente castello sulle preesistenti fortificazioni normanne.
Il sollazzo del Torneamento Nel 1225 l’imperatore emanò un bando per “sollazzare” gli abitanti della “fedelissima cittade d’Orea” in attesa delle nozze con la promessa sposa Isabella di Brienne, che avvennero nel novembre dello stesso anno nella cattedrale di Brindisi. Il sollazzo bandito dallo svevo era il Torneamento, una vera e propria sfida tra i quattro rioni della città – Castello, ]udea, Lama e Santo Basilio – con atleti e cavalieri che si cimentavano in durissime prove per conquistare l’ambito Palio.
La lega antisveva del sobillatore Tommaso Alla morte di Federico, la parte guelfa della città prese il sopravvento e si ribellò agli Svevi. Era il 1254 quando Brindisi, Lecce, Mesagne e Oria formarono una lega antisveva sotto la guida di Tommaso, nativo di Oria. Manfredi, figlio di Federico, reagì militarmente e pesantemente: Brindisi fu riconquistata, Lecce si arrese, Mesagne fu distrutta mentre Oria fu assediata ma resistette a lungo. Alla fine Manfredi vinse: risparmiò l’abitato ma non perdonò gli abitanti, compreso quel Tommaso sobillatore che pagò con la vita il suo gesto.
Sulle orme di Federico, scrittori, artisti e letterati Quando la vicenda sveva si concluse con I’infausta morte di Corradino, Oria passò sotto it dominio degli Angioini e venne di nuovo inclusa nel Principato di Taranto, rimanendovi fino al 1493. Nel 1572, San Carlo Borromeo ne alienò il feudo al vescovo di Cassano per quarantamila ducati, somma che fu distribuita in opere di carità. Divenuta una delle tante citta periferiche del Regno di Napoli prima e del Regno d’Italia poi, Oria continuò ad essere meta prediletta solo di scrittori, artisti e lettarati che, nella riscoperta romantica del medioevo, la visitavano alla ricerca di vestigia ed atmosfere che potessero stimolare la loro fantasia. Fonti: www.comune.oria.br.it www.torneodeirioni.it