La Storia
La leggenda di Antello e di Althea Le origini della città si perdono nella leggenda. Un antico racconto le farebbe risalire ad Antello, un eroe di Troia che fuggì con Enea dopo la distruzione della città. Mentre Enea aveva proseguito le sue peregrinazioni fino al Lazio, Antello si sarebbe fermato qui, dando origine alla città di Altilia (Alter Ilium – altra Troia). Un’altra leggenda racconta invece che la città fu fondata da Althea, già regina dei Mirmidoni e qui pervenuta dopo essere fuggita dai suoi sudditi, a causa dell’omicidio di suo figlio Melegrano.
I fondatori e le mura In realtà l’area su cui sorge l’attuale Altamura fu abitata già sin dai tempi più remoti, come è stato dimostrato dal ritrovamento dell’Uomo di Altamura e da testimonianze più tardive come l’insediamento La Croce e la necropoli risalenti all’Età del Bronzo. I Peuceti, prima civiltà ad insediarsi su questo territorio, costruirono una grande opera civile e militare che in seguito dette il nome nuovo al paese: un alto muro tutt’intorno all’abitato (alta – mura), fatto di massi ciclopici, le Mura Megalitiche, per difendersi dai nemici provenienti dal mare (Taranto) e dai monti (Lucania), alla fine del V secolo a. C.. In epoca romana la città conobbe un sostanziale declino, probabilmente dovuto alla distruzione da parte di un cataclisma o alle scorribande saracene.
Federicus me reparavit Fu solo nel Medioevo che la città riacquistò una certa importanza, e ciò grazie all’imperatore Federico II di Svevia il quale, giunto ad Altamura nel XII secolo, trovò un luogo deserto e inabitato. La città rinacque per suo volere (come conferma l’epigrafe sotto lo stemma biancorosso della città: Federicus me reparavit), con obiettivi militari ed economici, ben difesa da un castello e da una nuova cinta muraria. L’imperatore fece questo, secondo un antico racconto, forse in riconoscenza per il soccorso che avevano ricevuto i suoi soldati ammalati mentre lui si recava per la crociata in Terra Santa o forse, secondo altri, a causa della posizione salubre.
Rinasce la città libera Per farla abitare chiamò gente anche dai paesi vicini, compresi Greci ed Ebrei delle zone del suo regno, concedendo franchigie e privilegi speciali, ovvero la facoltà di coltivare la terra e ricostruire le case senza pagare le tasse. Rinata la città, si svuotarono lentamente i villaggi sparsi nelle campagne dove la gente si era rifugiata nei secoli bui della storia di Altamura. Così la città crebbe e si arricchì in breve tempo, tanto da contare nel ’400 già alcune migliaia di abitanti. Federico II ordinò la costruzione della grande Cattedrale nel 1232, destinata a divenire uno dei più venerati santuari in terra di Puglia. Nel 1248 sotto la pressione di Federico, Papa Innocenzo IV dichiarò Altamura fuori dalla giurisdizione del vescovo di Bari, rendendo la Cattedrale di fatto una “chiesa palatina”, equivalente a una cappella di palazzo.
La Leonessa di Puglia Il territorio di Altamura fu feudo di varie famiglie nobiliari, in particolare degli Orisini del Balzo e dei Farnese (1538-1734), questi ultimi committenti della costruzione di numerosi palazzi e chiese. Nel 1648 l’insurrezione di Masaniello a Napoli coinvolse molte altre città del regno in un moto contro la feudalità, tra cui Altamura,che si era opposta con decisione ai tentativi di riconquista da parte di Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, potente conte di Conversano. In quell’occasione, Altamura aderì alla Real Repubblica napoletana e si autogovernò. Nel 1748, Carlo VII di Napoli vi fondò una università, tra le prime in assoluto in tutta l’Italia Meridionale. Nel 1799 la città si ribellò contro il governo borbonico: la rivolta, conosciuta come la Rivoluzione di Altamura, fu alla fine repressa due giorni più tardi e la città saccheggiata dalle truppe di Fabrizio Ruffo. In epoca napoleonica invece l’università fu definitivamente chiusa (1811). Lo spirito rivoluzionario si fece sentire anche nel Risorgimento tanto da fare di Altamura, la sede del Comitato Insurrezionale Barese e, dopo l’Unità del 1860, fu la sede del primo capoluogo provvisorio della Puglia; è da allora che ebbe il nome “Leonessa di Puglia” per il coraggio dimostrato durante la ribellione contro i Borboni.