
Nel nome della madre Frazione di Santa Severina, Altilia è poggiata sulla destra del fiume Savuto, situata ad un’altezza di 650 metri sul livello del mare. Fondata prima dell’anno Mille da Eustacchio Greco, Esarca dell’Imperatore Basilio II che la battezzò con il nome Alimena, il nome della madre. Fu teatro di scontri nelle battaglie tra Saraceni e Normanni motivo per cui Giovan Corrado e Altilio dell’Alimena lo abbandonarono costruendo un nuovo villaggio in un posto più alto e quindi più difendibile. Fiorente commercio Fu anche colonia di ebrei e grazie a questo ebbe una notevole attività commerciale, Altilia era importante in tutta la Calabria per la produzione degli stacci (arnesi per separare il fior di farina dalla crusca). Nella zona una buona presenza di pietra marmorea e di argilla consentì il formarsi una scuola di scalpellini molto rinomata e attiva in tutta la Valle del Crati.
Le tracce di Annibale Il Ponte Romano, detto di Annibale, fu costruito dai Romani a servizio della Via Popilia nel 203 a.C. e poi distrutto dagli stessi all’epoca della sconfitta di Annibale, per evitare che fuggisse e per impedirgli di raggiungere il mare, fu poi ricostruito dai genieri del generale Cartaginese per il transito della sua armata.
Il generale venuto d’oltralpe L’ordinamento amministrativo disposto nel 1799 dal generale Championnet la comprese nel Cantone di Belmonte, più tardi nel 1806 fu riconosciuta “Luogo” nell’ordinamento francese, e successivamente Comune in quello del 1811 assegnandogli anche Maione come frazione, dove tuttora è possibile ammirare stupendi portali del 700 e dell’800. Appartenne dapprima a Governo e poi al Circondario di Carpanzano, aggregato a Malito nel 1928, riacquistò la sua autonomia nel 1937. I monasteri In epoca remota in Altilia vi erano presenti due importanti monasteri, uno tenuto dagli Agostiniani in San Lorenzo, nei pressi dell’attuale cimitero che andò purtroppo distrutto nel 1148 dal terremoto e l’altro dedicato a S. Maria delle Grazie tenuto dai Conventuali, di quest’ultimo sito nei pressi del Municipio, si possono ancora ammirare l’elegante portale ed il meraviglioso arco trionfale, intagliato nella pietra tufacea. L’orgoglio carbonaro Nel 1811 Altilia fu sede della prima vendita di Carbonari in Calabria. Vincenzo Federici detto Capobianco, fu il primo martire della Carboneria, ai fatti del Risorgimento parteciparono: Michele Marsico, Vincenzo Marsico, Francesco Federici, Gaspare Marsino e Luigi Caruso.