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Il Castello

37 -F MilitelloLa fortezza che domina il mare Un epigrafe latina scomparsa da almeno un secolo fissava al 1242 la conclusione dei lavori di costruzione del castello iniziati nel 1231 sul luogo individuato da Federico II come ideale per erigere una fortezza che dominasse dall’alto il mare e la terra. Qui, probabilmente, sorgeva una torre di avvistamento di età normanna. Il maniero, realizzato sotto la direzione di Riccardo da Lentini, si impone con la sua mole nella parte settentrionale dell’isola e nei secoli è stato più volte sottoposto ad opere di rimaneggiamento ed ampliamento che ne hanno deturpato l’affascinante aspetto medievale.

Un sobrio complesso militare All’epoca la funzione militare prevaleva su quella rappresentativa per cui gli unici elementi decorativi -  realizzati in pietra arenaria detta anche “giuggiulena” – erano i costoni, le mensole, e le rosette che chiudono a serraglio le volte. La costruzione del castello, infatti, si inquadrava in un progetto che mirava a rendere il territorio controllato militarmente. La fortezza sveva di Augusta, insieme a quelle di Catania e Siracusa, estendeva il dominio e un controllo capillare su un più vasto territorio. Torri-cisterna e torri-polveriera Il principale prospetto era quello meridionale rivolto verso la città. Nell’interno vi era un vasto cortile circondato da tre lati con atri ad una sola navata. A pianta quadrata, con ambienti che si dispongono attorno ad un cortile centrale, il castello è circondato da mura sulle quali, al centro di ogni lato, si ergono delle torri squadrate. Le torri est e ovest erano collegate da un sistema idrico con funzione di cisterna. La torre di nord-est adibita a polveriera, fu distrutta nel 1693 a causa di un incendio seguito da una esplosione: l’incidente fu provocato da una lampada ad olio caduta a terra a causa di un terremoto. Questi eventi causarono al Castello gravi lesioni e il crollo del primo piano, compromettendone l’intera struttura, come risulta dai vari incartamenti. Un testimone storico che accoglie prigionieri Dopo aver subito assedi ed espugnazioni, ed aver assistito a battaglie, scorribande e sbarchi di infedeli, il castello, testimone privilegiato della storia di Augusta, fu trasformato nel 1890 in carcere. A tale funzione, cessata nel 1978, si deve la sopraelevazione e la copertura complessiva delle ali edilizie con grandi spioventi di tegole. Fonte: http://www.iccd.beniculturali.it/medioevosiciliano/

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La storia

La penisola delle palme Un viadotto di recente costruzione intitolato a Federico II collega l’isola che ospita il centro storico di Augusta alla terraferma. Fu l’imperatore svevo a fondare la città in quella che un tempo era indicata come penisola delle palme per via della folta vegetazione arecacea che la ricopriva. Qui egli trasferì gli abitanti dei paesi da lui stesso distrutti (Centorbi, Nicosia, Traina, Capizzi, etc.) e nel 1231, con il diploma di Melfi, si ufficializzò la nascita di Augusta i cui confini erano precisati in tale documento: “da Scala Greca alla Targia, a Belvedere, ai Monti Cilimiti, alla contrada San Giorgio, al Mulinello, alla contrada Carruba, a Roccadia, al fiume san Leonardo fino al mare”. Gli artigli dell’Aquila Sveva Il mare da sempre ha rappresentato una ricchezza per la città che oggi, grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo, è uno dei più importanti porti militari, industriali e pescherecci d’Italia. Anche Federico II lo intuì e donò alla città l’Aquila Sveva che con i suoi artigli estrae dal mare due monete d’oro. Gli augustani ne apprezzarono il dono e ne fecero il simbolo della città. Il fondatore prese molto in considerazione Augusta titolandola “Veneranda” sia per la bellezza dell’isola che per lo straordinario porto naturale.

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Ricettività

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I MERAVIGLIOSI CASTELLI DI FEDERICO II DI SVEVIA IN BASILICATA-PUGLIA-CALABRIA-SICILIA

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