Stampa

Il Castello

La rocca degli ammazza grifoni Il castello Roccaguelfonia o Matagrifone rappresenta una dei primi esempi di fortificazione di un sito particolarmente strategico. Esso costituisce infatti la tipica fortezza detta rocca, cioè fortezza di grandi dimensioni costruita in cima a un monte o in un luogo elevato, dirupato e scosceso. Il termine “rocca” esprime spesso la dizione particolare di fortezza, derivato dal toponimo d’origine, cioe’ la designazione derivata dai suoi caratteri orografici specifici. Opera interna alla cinta muraria, e’ la fortificazione (o cio’ che ne resta) più importante, antica e strategica in assoluto, seppur abbia perso buona parte della sua valenza già a partire del XVI secolo, diventando di fatto un ridotto, ovvero opera di fortificazione utilizzata per i combattenti dopo una prima difesa. I Normanni sbarcano a mataMessina, il Cuore di Riccardo è rapito Dietro l’altisonante nome di “Castello Matagrifone” si nasconde l’origine di una fortificazone attestata presso Messina già intorno al 1061 d.C., anno che decreta l’inizio della conquista della Sicilia da parte dei Normanni. Le Gesta Regis Henrici narrano del famoso sbarco a Messina, durante la terza crociata  (1190 d.C.), di Riccardo Cuor di Leone, il quale, secondo tradizione, impartisce ordini al fine di edificare presso il paese il castello di “Mategrifon”. Il toponimo, composto da due termini, significa “ammazza-griffoni”, nomignolo quest’ultimo affibbiato dagli europei a greci e levantini. Il toponimo di Roccaguelfonia invece e’ riferibile al fatto che Riccardo Cuor di leone fosse un re Guelfo. Il castello, oltre che dalla cinta muraria culminate ad ovest con la storica torre della Vittoria, protagonista della guerra del Vespro, (abbattuta nel 1960 per fare spazio ad insediamenti abitativi), era difeso alle spalle (a monte) da opere di sbarramento quali il Castellaccio ed il Castello Gonzaga. La posizione a cavaliere particolarmente strategica ed ideale lo poneva innanzitutto in asse con l’estremita’ della penisola falcata, in modo da chiudere l’accesso al porto, mentre il controllo sia costiero che collinare della citta’ era totale. Il castello Roccaguelfonia e’ sicuramente tra i piu’ antichi ed importanti simboli della storia di Messina, la cui fama raggiunse nuovamente elevati livelli all’epoca delle crociate, in quanto base di partenza delle truppe cristiane per la Terrasanta. Appunto in occasione della terza crociata (1190), la fortezza fu riedificata su ordine del sovrano Inglese re Riccardo Cuor di Leone, che ivi risiedette sino al 1191, anno della sua partenza per la Terrasanta e della distruzione del castello per suo stesso volere.

Federico ricostruisce ciò che Riccardo ha distrutto Sebbene sia da ritenere improbabile che una città e un porto così importante per l’isola rimanga del tutto sprovvista di fortificazioni, sappiamo della probabile riedificazione del “Matagrifone” solo per volontà di Federico II nel 1240 (nei documenti si parla di un castrum novum). Questa nuova fortezza passa in mano angioina e risulta demaniale nel 1272; all’indomani del Vespro il complesso fortificato è l’ultimo baluardo all’interno del quale si asserragliano i seguaci di Carlo I d’Angiò incalzati dalla popolazione di Messina tutta in rivolta contro l’oppressore francese. L’esito è scontato, nel 1283 il castrum novum viene incendiato dalla gente vittoriosa. L’edificio, sebbene danneggiato, sopravvive, poiché intorno agli ultimi anni del XIII secolo diventa dimora della regina Costanza. Molteplici disgrazie attentano la bellezza del maniero ma la Messina castello di Matagrifone Rocca Guelfonia Torre bastione guelfoniavolontà del suo costruttore lo ha reso incrollabile Alla fine del XV secolo iniziano i primi interventi rivolti all’ampliamento della fortezza secondo volontà di Ferdinando il Cattolico, del quale rimane una iscrizione presso l’attuale torre superstite. Risulta decisivo il XVI secolo, durante il quale si registrano per la fortezza i mutamenti e gli ampliamenti più evidenti. Nel 1516 un’esplosione danneggia parte delle strutture dell’edificio; nel 1540 il Ferramolino rinforza le linee difensive del castello. Nei secoli successivi il castrum novum con i bastioni cinquecenteschi è protagonista o vittima delle continue rivolte della città: nel 1674 Messina si ribella agli spagnoli; nel 1718 e 1734 il forte subisce cannoneggiamenti a causa delle ribellioni. Nel 1759, forse per la decadenza delle strutture, il castello è convertito parzialmente in convento degli Agostiniani scalzi; danneggiato dal terremoto del 1783, nel 1838 divenne carcere e di nuovo luogo di battaglia poiche’ assediato e danneggiato dai Messinesi durante i moti del 1848. Distrutto nel sisma del 1908 sulle sue rovine nel 1935 e’ stato edificato il Sacrario di Cristo Re, che accoglie le spoglie dei militi caduti in guerra, anch’esso danneggiato durante i bombardamenti del 1940-43 (periodo nel quale era anche diventato ospedale per l’accoglienza e l’assistenza ai feriti gestito dalla Croce Rossa). Oggi della fortificazione rimangono pochi resti come la torre ottagonale, ascrivibile al periodo Normanno-Svevo, rivisitata piu’ volte e probabilmente collegata ad uno degli ingressi che danno accesso ai sotterranei del castello; ed alcuni tratti ancora imponenti della cinta muraria con relativi baluardi che cingevano la fortificazione. In tempi moderni sulla sommita’ della torre ottagonale e’ stata installata una delle campane più grandi d’Europa, da poco ripristinata.

Stampa

La storia

25 -F MilitelloI greci, fondatori della marinaresca Messina Il destino di Messina è sempre stato indissolubilmente legato al suo ruolo sullo stretto. Le prime frequentazioni risalgono all’età del bronzo ma è con l’arrivo dei greci nel 740 a.C. che la città assume quel ruolo marinaro a lei più congeniale. La prima distruzione totale della città avvenne nel 396 a.C. ad opera dei cartaginesi di Imilcone; la nuova Messina nacque nello stesso anno grazie a Dionigi di Siracusa che ripopolò la città con circa 6000 coloni. Nel 263 a.C. Messina diventava la prima città siciliana in mano a Roma e con il passaggio dell’Impero a Bisanzio operato da Costantino, Messina fu governata da magistrati locali detti Stratigoti. Il 476 con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente coincide per la Sicilia e per Messina con l’inizio di una lunga serie di invasioni barbariche interrotte con la dominazione bizantina che restituì a Messina dignità e il ruolo centrale negli scambi con l’Oriente al suo porto. Il Guiscardo riporta in auge la città Nell’843 Messina capitolò agli attacchi arabi e nel 1037 Giorgio Maniace con l’aiuto dei greci di Calabria e dei Normanni di Puglia liberò gran parte della Sicilia orientale avviando il processo che portò alla conquista dell’isola da parte di Roberto il Guiscardo e del conte Ruggero nel 1061. La venuta dei Normanni riporta in auge la città e le concede una serie di privilegi commerciali che portarono in città mercanti pisani, genovesi, amalfitani, armeni, greci ed ebrei di cui si ha chiaro riscontro nella toponomastica urbana. In questi anni il porto dello Stretto ospitò presso di sé le flotte che si dirigevano in Terrasanta per le crociate. Ancora in età sveva Messina consolidò la sua condizione di privilegio con la concessione del porto franco da parte di Enrico VI e la conseguente libera importazione ed esportazione di merci. L’Accademia di Federico per purificare il volgare Nel 1231, sotto gli auspici di Federico II, sorse a Palermo e a Messina l’ «Accademia» comunemente denominata «Scuola poetica siciliana», « col compito precipuo di purificare e ridurre in forma migliore il volgare italiano »; con questa definizione si suole definire il costituirsi delle prima vera scuola di poesia in Italia composta da artisti provenienti da ogni parte d’Italia, ma soprattutto meridionali, i quali vissero e composero alla scuola di Federico II e poi di suo figlio Manfredi. Grande era l’operosità culturale nel XIII sec allorché al latini della tradizione classica si andava affiancando il volgare. Questa non era ancora una lingua e si connotava a seconda dei temi trattati, ora religiosi, ora cavallereschi, ora teologici, ora filosofici, ora scientifici. Dunque la letteratura volgare era ancora troppo varia e molteplice perché potesse ancora iniziare una vera e propria tradizione letteraria; la lingua poi non era ancora un volgare unitario in tutta la penisola, ma il dialetto adoperato da ciascuno scrittore. Il dialetto siciliano, lingua dell’amore La scuola è detta siciliana non perché gli artisti fossero solo siciliani, ma perché la lingua utilizzata per comporre e rimare era il dialetto siciliano ed essa nacque e fiorì alla corte del Re di Sicilia. Questi poeti che cantarono d’amore hanno una particolarità: molti di loro erano nativi di Messina. È, verosimilmente, la prima accademia che sorge in Messina ma è sicuramente la prima di tutta la penisola. Tra i Molti meriti dei poeti che operarono alla corte di  Federico II ci sono la composizione della prima poesia italiana; la presenza della prima poetessa italiana, Nina da Messina; l’invenzione del sonetto ad opera di Jacopo da Lentini; la nascita artistica dei primi “trovatori” italiani. I maggiori poeti dell’Accademia possono considerarsi Guido e Odo Della Colonne, Ruggieri d’Amici, Stefano Pronotaro, Tommaso di Sasso, Mazzeo di Ricco, e Filippo da Messina. Gli angioini e gli aragonesi La dominazione angioina vide Messina inizialmente lontana dagli scontri dei Vespri, ma in seguito anche questa città partecipò alla cacciata dei francesi. Nel frattempo Pietro d’Aragona, eletto Re dal parlamento siciliano, si diresse in difesa di Messina riuscendo a far ritirare Carlo d’Angiò. Esaurita con Martino II la dinastia aragonese, l’isola nel 1412 capitolava a Ferdinando di Castiglia. In seguito il governo dell’isola venne affidato ai viceré. La dominazione austriaca Nel 1516 con Carlo V la Sicilia passa sotto la dominazione austriaca e inizia un periodo di grande splendore per una città dimenticata negli anni. Nel 1571 nel porto della città si radunarono la navi della cristianità che sconfissero i turchi nella battaglia di Lepanto. La sconfitta dei turchi, facendo venir meno il pericolo delle incursioni, trasforma la fisionomia di messina che abbandona il suo ruolo di città fortificata sostituendo la propria cinta muraria prospiciente il porto con la cosiddetta Palazzata costituita da una lunga serie di di eleganti palazzi a corona del porto. Il declino ad opera degli spagnoli Gli Spagnoli, a cui Messina era stata destinata dal trattato di Nimeg, privarono Messina di tutti i suoi privilegi, delle proprie istituzioni politiche e culturali e in definitiva del suo splendore. I vari governi che seguirono negli anni a venire non riuscirono in nessun modo a risollevare le sorti della città. Il Risorgimento Il 1 settembre 1847 a Messina cominciava il risorgimento italiano solo però nel gennaio del 1848 si ebbe la vera e propria rivolta in cui i messinesi riuscirono ad espugnare quasi tutti i forti ma alla fine la città dovette arrendersi ai Borboni. La dominazione borbonica finisce il 27 luglio 1861 con l’entrata in città del generale Giuseppe Garibaldi e l’arrivo di Vittorio Emanuele II a sancire l’annessione al Regno d’Italia. Il canale di Suez e quello di Messina L’apertura del canale di Suez, inaugurato nel 1869, danneggia senz’altro il porto dello stretto ma nel 1899 Messina crede di aver trovato un ruolo nel nuovo assetto politico: entrano in funzione le prime navi traghetto in modo da collegare in maniera stabile l’isola al continente. Il coraggio e l’amore dei messinesi Alle ore 5,21 del 28 dicembre 1908 Messina veniva letteralmente rasa al suolo da un terribile terremoto e da un quasi contemporaneo maremoto: perirono quasi 80000 persone ma a contrastare le insulse proposte si non ricostruire la città vi fu da parte dei superstiti una ferrea volontà di non abbandonare Messina e di cercare di ripopolarla e riportarla agli antichi splendori.

Stampa

Ricettività

ALBERGHI GRAND HOTEL LIBERTY – 4 stelle Via Primo Settembre, 1 – 98123 Messina (ME) telefono: 0906409436 fax: 0906409340 JOLLY HOTEL dello Stretto – 4 stelle Via Garibaldi, 126 – 98100 Messina (ME) telefono: 090363860 fax: 0905902526 CAMPING IL PELORITANO Contrada Tarantonio – 98159 Messina (ME) telefono: 090348496 – 090348526 ROYAL PALACE HOTEL – 4 stelle Via T. Cannizzaro, is. 224 – 98123 Messina (ME) telefono: 0906503 fax: 0902921075 ALBERGO EXCELSIOR – 3 stelle Via Maddalena, 32 – 98123 Messina (ME) telefono: 0902931431 fax: 0902938721 EUROPA PALACE HOTEL – 4 stelle Località Pistunina – S.S. 114, Km. 5,470 – 98125 Messina (ME) telefono: 090621601 fax: 090621768 GRAND HOTEL LIDO DI MORTELLE GIARDINO DELLE PALME – 3 stelle Località Lido di Mortelle – S.S. 113 Mortelle Km 11,400 – 98164 Messina (ME) telefono: 090321017 fax: 090321666 HOTEL PARADIS – 3 stelle Località Contemplazione – Via Consolare Pompea, 335 Paradiso – 98168 Messina (ME) telefono: 090310682 fax: 090312043 HOTEL SANT’ELIA – 3 stelle Via I° Settembre, 67 – 98122 Messina (ME) telefono: 0906010082 fax: 090678350 HOTEL VILLA MORGANA – 3 stelle Via Consolare Pompea, 1965 – 98100 Messina (ME) telefono: 090325575 fax: 090325575 RESORT – I GIARDINI DI GIANO – 3 stelle Canale degli Inglesi – Torre Faro (ME) telefono: 090326608 fax: 090344068 HOTEL CAIROLI – 2 stelle Viale San Martino, 63 – 98100 Messina (ME) telefono: 090673755 fax: 090673755 HOTEL PANORAMIC – 2 stelle S.S. 113, Km. 8,500 – 98100 Messina (ME) telefono: 090340228 fax: 090340228 HOTEL MIRAGE – 1 stella Via Nicola Scotto, 3 – 98100 Messina (ME) telefono: 0902938842 – 0902938844 fax: 0902938842 HOTEL TOURING – 1 stella Via Nicola Scotto, 17 – 98100 Messina (ME) telefono: 0902938851 Ristrutturato nel 2005 RISTORANTI Al Gattopardo - S.Cecilia 184 - Messina (me) - Tel. +39 090673076 bella vista - contrada citola annunziata - Messina (me) - Tel. +39 0903501049 Il Canneto - S.S. 114 Km 7.700 - Messina (me) - Tel. +39 090682478 Il Cenacolo - Via dei Mille, 277/a (angolo Viale Europa) - Messina (me) - Tel. +39 090.691003 – Fax +39 090.2929351 Miramare - consolare pompea n. 1247 - messina (me) - Tel. +39 090391716 – Fax +39 090391716 RISTORANTE CASA SAVOIA - XXVII LUGLIO 36/38 - MESSINA (me) - Tel. +39 0902934865 – Fax +39 0902934865 Da Piero - via Ghibellina, 119 - Messina (me) - Tel. +39 090 718365 Hostaria da Bacco - Via Cernaia, 15 - Messina (me) - Tel. +39 090 771420 La Macina - Via consolare Pompea, 225 - Messina (me) - Tel. +39 090 391445 La Napoletana - Via Largo Grande, 18 - Messina (me) - Tel. +39 090 391032

I MERAVIGLIOSI CASTELLI DI FEDERICO II DI SVEVIA IN BASILICATA-PUGLIA-CALABRIA-SICILIA

melfi1.jpg
sicilia2.jpg
CalabriaCapo.jpg
castelDelMonte.jpg