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La storia

3973637885 c998698924Le sue origini sono connesse a quelle del suo castello (LINK) normanno-svevo, il Palatium Regium, dal quale il paese prese il nome e ne seguì le vicende storiche. Il borgo infatti, si è sviluppato intorno all’XI secolo, proprio a partire dal maniero, con la costruzione delle abitazioni in cui viveva la gente che lavorava per i signori. Il Palazzo dei re Federico II fece restaurare il castello destinandolo a residenza di caccia e di

svago. Palazzo San Gervasio divenne una masseria regia e fu inserita nel sistema di aziende create dall’imperatore nelle terre demaniali e da lui direttamente dipendenti. Nella masseria di Palazzo San Gervasio si producevano cereali e prodotti derivanti dalla pastorizia, questi ultimi immessi anche sul mercato esterno. In più con il sovrano svevo il sito venne promosso a “maristalle”, ovvero fattoria regia per l’allevamento di stalloni, ronzini e puledri destinati alle milizie imperiali e alla corte. Dopo il 1250, alla morte dell’imperatore, il castello è abitato da Manfredi, figlio naturale di Federico II e per pochi anni egli stesso imperatore. Il corso principale del paese è ancor oggi dedicato a lui: secondo l’aneddotica, il sovrano percorreva quella via per recarsi dal Palatium alle scuderie. La marescallia imperiale Subito dopo la morte di Manfredi (1266) il re angioino Carlo I trasformò il tenimento di S. Gervasio in un avamposto difensivo della Basilicata. Alcuni documenti risalenti al 1281 testimoniano come la “marescallia di San Gervasio” fosse la sede delle migliori razze equine, allevate dai sovrani angioini. L’abbondanza di cervi nei territori di Palazzo era tale che nel 1360 vennero spedite a Napoli ben 600 corna per confezionare gli anelli di 3400 archi di balestre. La Regia Difesa divenne feudo nella prima metà del ‘400, durante il regno di Giovanna I d’Angiò, ed ebbe una storia tormentata, con una significativa fase di sviluppo dell’economia locale, particolarmente florida nel XVIII secolo. Si avvicendarono vari feudatari tra cui la contessa Ruffo, il Marchese di Rende, il Marchese Caracciolo di Castellaneta e altri. Lotte per la libertà All’epoca dei moti partenopei il paese aderì piantando l’albero della libertà in piazza e subendone le conseguenze. Molti patrioti furono assassinati e la cittadina saccheggiata e incendiata per rappresaglia. Un annoso contenzioso tra l’ultimo feudatario, De Marinis, e la popolazione, conclusosi nel 1810 a favore del signorotto, causò gravissimi disagi alla popolazione per trent’anni, mettendone in pericolo la sopravvivenza.3974427056 9978c26210

Camillo D’Errico come Federico II Nel 1861 fu eletto sindaco del paese Camillo D’Errico che ricoprì la carica di primo cittadino per trentacinque anni impegnandosi nella realizzazione di importanti opere per la crescita del territorio. D’Errico era un cultore dell’arte e del sapere e nel tempo creò la più grande raccolta d’arte privata del Meridione, con 298 tele del XVII e XVIII secolo, 500 stampe dello stesso periodo e 8.000 volumi della sua biblioteca. Nel testamento egli espresse la volontà che la biblioteca e la pinacoteca fossero lasciati in dono al paese, ma oggi l’importante collezione di dipinti si trova a Matera e Palazzo San Gervasio ne rivendica la restituzione.

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I MERAVIGLIOSI CASTELLI DI FEDERICO II DI SVEVIA IN BASILICATA-PUGLIA-CALABRIA-SICILIA

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