Il Castello
Che fine ha fatto il maniero di Federico? Se si eccettuano una finestra disadorna, il portale del ponte levatoio, la torre cilindrica posteriore e qualche feritoia, nessun elemento artistico è riferibile al secolo XIII, per cui, dall’aspetto odierno, non si capisce quale parte abbia avuto Federico II nella fortificazione del castello. Le maestranze di Mormanno E’ certo però che il maestoso maniero della cittadina calabrese sia stato costruito dall’imperatore svevo e che i primi insediamenti attorno ad esso furono proprio le abitazioni degli operai che lavoravano alla sua costruzione, maestranza specializzata proveniente principalmente da Mormanno, come si evince dallo Statuto Federiciano. La rocca sulla Via Traiana-Appia L‘importanza militare del luogo, all’epoca, era data dal fatto che l’unica via di comunicazione tra le Puglie e la Calabria, sul versante Jonico, era la romana Traiana- Appia che da qui transitava. Per questo Federico II, che di strategia si intendeva, volle erigervi un castello che servisse non solo da fortezza difensiva, ma anche per dare asilo alla Corte negli spostamenti e nelle partite venatorie.
Il castello matrioska La soluzione del mistero è nell’analisi delle opere di rifacimento volute da Alfonso d’Aragona il quale non si limitò a rafforzare la rocca, ma la ampliò e rifece in modo da coprire il vecchio monumento svevo, forse più piccolo e con torre centrale quadrata. La nave di pietra Oggi il mastio poligonale appare come un’enorme nave di pietra, la prua rivolta verso Sud e le grigie fiancate protette da torri simmetriche: gli archetti pensili arabo – siculi della torre di Sud-Est e la merlatura guelfa sono aragonesi, mentre gli alloggi sono settecenteschi. Nelle mura, erette verso la fine del ’500, si aprono le feritoie anguste e severe e gli archi. Sotterranei e gallerie segrete nella migliore tradizione castellare Non mancano scuderie, sotterranei, corridoi intercomunicanti e trombe per l’aerazione nelle torri; diverse gallerie furono interrate e si dice che ve ne fosse una, ora non rintracciabile, di uscita segreta all’esterno.La camera delle torture Appena superato il ponte levatoio, sotto il portale di Federico, battendo il piede sul lastrone di pietra che fa da pavimento si sente uno “strano rimbombo”: sotto c’è la camera della tortura e delle impiccagioni.Quella notte di luglio del 1644 Numerosi gli accorgimenti adottati per rendere l’edificio inespugnabile, mediante l’assicurazione dei rifornimenti logistici con locali per deposito di olio e di grano, cinque cisterne a decantazione d’acqua ed un finestrone che dà sulla costa scoscesa ad Occidente, da cui gli attaccati avrebbero potuto rovesciare acqua e olio bollenti sugli assalitori. Quelli che fossero riusciti a superare il ponte levatoio avrebbero trovato una strada in salita e una strettoia che avrebbe ristretto il fronte d’attacco a pochissimi uomini. Dal 1300 il forte fu sottoposto a continue escursioni e una notte di luglio del 1644 resse all’assedio di ben 4.000 pirati. L’ultimo signore Dopo tante resistenze e numerosi ampliamenti, l’ultimo signore del castello si sbarazzò anche dei mobili e degli arredi ed attorno al 1835 vendette persino le coperture dei tetti e gli infissi. www.fioreonline.it www.wikipedia.it