La Storia
Suggestivi contenuti di civiltà Cosenza è una realtà pluristratificata e ricca di suggestivi contenuti di civiltà la cui vicenda storica si deve far cominciare poco prima della metà del IV sec. a.C. allorquando Cosentia acquista rilevanza strategica e funzione di caposaldo nella compagine brettia. Fonti antiche confermano l’uso del toponimo antico definendo la città “metropoli dei Brettii” ovvero capitale di quell’ethnos brettio costituitosi intorno al 356 a.C. in seguito al movimento secessionistico contro i Lucani. Alarico dona le sue spoglie e il suo tesoro Il periodo di dominazione romana si tradusse in un’opera di pianificazione territoriale e di potenziamento delle attività produttive e in età imperiale Cosenza assume la fisionomia di un centro urbano ben strutturato. Nel 410 d.C. Alarico re dei Visigoti, dopo aver compiuto il sacco di Roma, muore nei pressi di Cosenza legando così la sua leggendaria fama a questa città, che nell’immaginario popolare viene a configurarsi come la depositaria privilegiata delle spoglie del re barbaro e il luogo di occultamento del suo tesoro.
Dai bizantini ai normanni Il VI secolo apre il capitolo della dominazione bizantina che deve però fare i conti con i continui tentativi di conquista degli arabi e dei longobardi: questi ultimi con le loro incursioni riescono a scalfire l’unità interna della regione. Il dominio longobardo si protrae almeno fino alla fine del secolo IX quando Cosenza rintra nella sfera di sovranità bizantina. Le successive testimonianze ci riportano all’età dei normanni e al processo di conquista dell’Italia meridionale da parte di Roberto il Guiscardo. Nel 1058 Cosenza si sottomette ufficialmente all’autorità normanna. Enrico VII, il dono di Federico a Cosenza Nel 1130 con la creazione del regno di Sicilia inizia la dominazione sveva e la figura di Federico II si associa ad avvenimenti importanti quali il completamento del Duomo e la sua consacrazione avvenuta il 30 gennaio del 1222, con al donazione della preziosa stauroteca commissionata alle oreficeria sicule. Il segno del legame che si era instaurato tra l’imperatore Federico II e la città si esprime nella scelta di voler riporre le spoglie del figlio primogenito Enrico VII nel Duomo appena consacrato, entro un sarcofago greco in marmo decorato a rilievo con scene della caccia calidonia. Dopo i falliti tentativi di Manfredi di reggere le sorti del regno ereditato dal padre, agli svevi subentrarono gli Angioini, capeggiati da Carlo D’Angiò. Il secolo successivo vide l’avvento al potere della dinastia aragonese con la quale si conclude il periodo medievale.